Il peperoncino è la spezia più utilizzata al mondo e forse
la più antica, conosciuta anche da atzechi e maya.
Nel XVI secolo fu introdotto in Europa da spagnoli e
portoghesi. Il Capsicum Frutescens il peperoncino appunto, è una pianta perenne
che cresce fino a 2 metri, ha foglie piccole e lucide e minuscoli fiori
bianchi. I frutti sono simili a bacche con una polpa contenente file di semi
bianchi. In commercio li possiamo trovare freschi, essiccati, in scatola o
conserva. Si capì presto che il peperoncino aveva della spiccate qualità
antiossidanti e disinfettanti al punto che durante i lunghi viaggi in nave
attraverso gli oceani, veniva utilizzato per conservare i cibi. Oggi queste
qualità sono ampiamente dimostrate. La sostanza che conferisce il gusto
piccante è l’alcaloide capsacina ma il peperoncino è un concentrato di principi
utili al nostro organismo. Contiene infatti notevoli quantità di vitamina C,
vitamine A, B2,E oltre a rame e potassio. Inoltre abbiamo: pectina, acidi
grassi, lecitina. Pertanto il peperoncino ha azione disinfettante,
antiinfiammatoria, cicatrizzante e rende più rapido il passaggio di liquidi e
sostanze attraverso le membrane cellulari. Per sfruttare al massimo queste
proprietà sarebbe meglio utilizzarlo crudo magari frantumando i semi carichi di
principi attivi che altrimenti passano la barriera gastrica intatti. Una
alimentazione costantemente ricca di peperoncino aumenta il tono dell’organismo
e conferisce maggiore resistenza alla fatica e allo stress. Inoltre ha la
capacità di ridurre le piastrine circolanti tornando utile nei pazienti con
rischio di trombosi o di infarto. E’ stata segnalata anche una migliore
capacità di concentrazione e di vigilanza nei soggetti che fanno uso abituale
di peperoncino.